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La prima parte di questo lavoro è un'indagine riguardo le influenze che sul pensiero di R.D. Laing avrebbero esercitato alcuni maestri della Psicoanalisi, specialmente sulle sue concezioni più progressiste concernenti il tema della "malattia mentale". Influenze non sempre sufficientemente esplicitate e riconosciute, anzitutto dallo stesso Laing.  Di qui il titolo del libro. Il riferimento all'ombra ha tuttavia un'ulteriore dimensione di senso: se da un canto indica infatti il destino, all'interno del suo pensiero, del contributo intellettuale di coloro che furono i suoi maestri, dall'altro caratterizza, almeno in parte, quanto occorso alla sua stessa opera, oggetto di un crescente "adombramento" messo in atto dall'establishment psichiatrico e psicoanalitico, e più in generale da quegli ambienti che tutt'oggi professionalmente si occupano di malattia mentale. Anche questi aspetti vengono qui discussi, nella seconda parte, seguendo un variegato itinerario in cui al resoconto di esperienze vissute nell'incontro con il carismatico maestro, il personaggio Laing - narrate da  uno degli Autori - si alternano riflessioni sul complesso e al contempo innegabile rapporto che emerge tra la vita e l'opera dello psichiatra scozzese. Un rapporto di cui recano testimonianza soprattutto gli scritti di carattere più intimistico (quali "I fatti della vita" e "Conversando con i miei bambini") pubblicati da Laing quando era ancora all'apice della sua fama, ovvero poco prima dell'inizio del tormentato declino che ha caratterizzato - a partire dalla metà degli anni '70 sino alla sua morte avvenuta nel 1989 - la parabola umana ed esistenziale di una delle personalità comunque più affascinanti e significative per la cultura e la prassi delle “scienze sociali” del XX° secolo.